Luciano Lipoma, SAIS Trasporti

Responsabile ad Agrigento per SAIS Trasporti. Da 43 anni conducente per il gruppo SAIS. Una figura di riferimento a Enna e per gli autobus siciliani.

Segni particolari
“Fanatico”. Così si definisce. Guai a toccargli l’autobus a cui dedica mille cure e attenzioni, le stesse che riserva solo alla sua moto e al nipotino Giorgio.

Quella con Luciano Lipoma è un’intervista interrotta da molti imprevisti e “avventurosa” come la lunga carriera di Luciano, oggi responsabile in SAIS Trasporti, prima conducente in SAIS Autolinee, impegnato a risolvere un problema dopo l’altro. Nel tempo di una telefonata, lo abbiamo sentito dapprima consegnare un Setra in partenza per la Puglia, poi dare istruzioni per affrontare un furto di carburante – Abbiamo lasciato un Setra una notte vicino all’aeroporto e ci hanno portato via una parte di gasolio – infine recuperare un cellulare dimenticato sull’autobus da un turista giapponese. Ma Luciano è abituato ad affrontare tutto questo e molto di più.

Oggi si tratta di un cellulare, ma qual è la cosa più strana che hanno dimenticato su un autobus?
Una pistola con la matricola limata e il colpo in canna. Era il ‘75/76 vicino al Teatro Massimo due passeggeri con certe facce da copertina si accorgono che c’è molta polizia in giro, scendono e lasciano sul sedile un borsello nero con dentro una pistola. Ho avvertito la polizia e l’ispettore mi ha detto che era perfino carica. A parte quest’episodio, sugli autobus dimenticano di tutto, soprattutto cellulari, ma gli autisti sanno che devono consegnare tutto a me, anche un bottone, e provvediamo a restituire ogni cosa, ne va dell’onore dell’azienda.

Da quanti anni è al volante degli autobus?
Guido da 43 ani. Immagini quante ne ho viste. Così tante che potrei scrivere un libro. Ho cominciato a lavorare per la SAIS nel febbraio del ’74. Avevo vent’anni, e ne compivo 21 ad aprile, perciò guidai per 2 mesi senza patente. Erano altri tempi. La SAIS, che era stata fondata molti anni prima dall’ingegner Scelfo, allora diretta dai due fratelli Alessandro e Leonida, era la quarta azienda in Europa. Poi i fratelli e gli eredi si sono separati in aziende distinte. Io ho lavorato, sempre con la stessa stima e la stessa passione, prima per Alessandro Scelfo, poi 35 anni per Leonida che è stato per me come un padre ed ora per la figlia Samuela, a cui voglio bene come se fosse mia figlia. Lei e la mamma Giovanna Mammano portano avanti la SAIS Trasporti – due donne in un ambiente molto maschile – e sono doppiamente brave e in gamba a condurre così bene un’azienda importante. Sono orgoglioso di collaborare con loro.

Il bello e il brutto della sua professione.
Scriva pure che se dovessi morire e rinascere, farei esattamente questo mestiere, senza rimpianti e che andrò in pensione due ore prima di morire. Quando mi toglieranno la patente per limiti di età, sarà come tagliarmi le braccia, spero di reggere il colpo.
Sono della vecchia generazione, quelli che hanno scelto questo mestiere per passione, non come alcuni giovani adesso che fanno questo lavoro perché non ne hanno trovato un altro e poi si lamentano se si deve lavorare di domenica e fare sacrifici. Non per vantarmi, ma sono molto conosciuto a Enna, la mia città
, sorride dicendo che potrebbe fare il sindaco: ho portato in giro decine di gruppi che volevano solo me come autista, quando facevo la linea c’era chi rinviava la partenza per aspettare che fossi di turno e quando mi vedevano al volante alle 6,30 mi dicevano “bene, allora siamo certi di arrivare in orario” .

Il suo autobus del cuore
I Setra S431 e 417. Quando salgo a guidarli mi sembra di avere di nuovo 20 anni. Anche dei Mercedes non posso che parlare bene. Quando passammo ai Mercedes venivamo da veicoli che avevano sempre problemi e con i Mercedes non mi pareva vero di non dover aprire più un cofano motore.

Nella sua lunga esperienza, quale ritiene sia il tipo di servizio più complesso?
La linea urbana richiede grande attenzione: ci sono passeggeri anziani, devi guardare lo specchietto prima di frenare ed è facile incontrare problemi.
Le racconto questa storia: ad Enna c’era una signora di origine romana che avevo sempre favorito – se capitava che pioveva le consentivo di scendere anche dove non era esattamente la fermata per aiutarla – un martedì che c’era il mercato, mentre scendeva alla fermata, con un tacco è inciampata ed è caduta. Sono sceso subito per accertarmi che non si fosse fatta male. Dopo dieci giorni è arrivata la denuncia: il figlio aveva preso due avvocati per ottenere soldi dall’assicurazione. Non ho avuto problemi, ma le dico che se quell’episodio fosse capitato non alla fermata regolamentare, oggi ci avrei rimesso anche la casa che ho finito di pagare questo mese, perché davanti ai soldi le persone non guardano più in faccia a nessuno. Neanche al Padreterno.
Ma, tutto sommato, è un lavoro bellissimo.

Le più belle strade siciliane
La Palermo-Messina che costeggia il mare.
La Palermo-Catania adesso è interrotta per il crollo del viadotto a Tremozelli. Pensi che, quando c’è stato il crollo, avevo appena oltrepassato il viadotto; se fossi stato qualche chilometro indietro oggi non sarei qui. Ho visto su Sky che i giapponesi in 6 giorni – badi bene giorni non anni – hanno ricostruito un loro viadotto crollato per il terremoto. In Sicilia sono ancora qui che ne parlano con la strada chiusa.

Il suo rapporto con gli autobus
Io sono un fanatico da non credere. Le dico solo che ho lasciato un collega all’autogrill perché mi aveva messo un piede sul cruscotto del bus.
La Sena, che adesso fa parte di Baltour, mi aveva dato un Setra 315 HDH per la tratta Milano Modica, tutto sporco e malmesso. Ho chiesto quanto tempo avevo prima della tappa successiva e in 3 giorni con un collega ho lavato tutto, smontato le tendine, rifatto il bagno, passato la vaporella sui sedili, messo le testiere che non erano mai uscite dal bagagliaio e ho rimesso a nuovo l’autobus. Quando il direttare Patrese di Sena l’ha visto ha detto: “mi avevano detto che eri fanatico me non avrei mai creduto tanto se non l’avessi visto con i miei occhi”. Mi fecero perfino una proposta di assunzione, ma avevo 50 anni una figlia da sposare e non ero nella posizione per accettare.

Altre passioni oltre l’autobus
Donne e moto. Le donne ormai non più, perché mia moglie mi ha detto che se non mettevo la testa a posto mi avrebbe fatto morire all’ospizio, ma, quando ero giovane… fare l’autista è un lavoro che favorisce le relazioni con le persone.
Le moto invece le frequento ancora: ho una R1 da 180 cavalli.
E poi, ultimamente, c’è il nipotino Giorgio che è bellissimo, non perché è mio nipote ma è proprio bellissimo, che ha quasi un anno. Gli ho già comprato la bicicletta più bella che ho trovato. Una SLK…

L’azienda: SAIS Trasporti
Nata nel 1995 dalla storica SAIS dei fratelli Scelfo, inglobando anche Gallo srl, T.U.A, Giamporcaro e SARP, è oggi guidata da Samuela Scelfo. Effettua soprattutto servizi di linea e assicura i collegamenti tra le provincie di Palermo, Siracusa, Ragusa, Messina, Caltanissetta, Agrigento e R.U. Enna, Catania, Roma, Napoli, Salerno.

Parlate al Conducente: Alberto Cavicchioli – EvoBus Italia
Parlate al Conducente: Enrico Pizzolari – EvoBus Italia
Parlate al Conducente: Franco Bellocchio – S.A.P. Rivolta d’Adda (CR)
Parlate al Conducente: Luciano Vitali – Autolinee Vitali (CR)
Parlate al Conducente: Fabrizio Ceresole – Chiesa Carmagnola (TO)
Parlate al Conducente: Giuseppe D’Alessandro – Di Fonzo Vasto  (CH)
Parlate al Conducente: Oscar Bettinelli – Voulaz Milano
Parlate al Conducente: Riccardo Verona – Fratelli Verona Pietrasanta (LU)
Parlate al Conducente: Carmine Grillo – Grillo Autoservizi Napoli
Parlate al Conducente: Antonio Iacovelli – Autotrasporti Iacovelli Pietro & C.

Parlate al Conducente: Alberto Miele – United European Coach
Parlate al Conducente: Francesco Sassi – Sassi Viaggi
Parlate al Conducente: Leonardo Dongiovanni – Roberto & Dongiovanni

 

 
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