Per Franco Bellocchio, titolare insieme alla famiglia dell’azienda S.A.P di Rivolta d’Adda, l’autobus è una questione di DNA. “Malato d’autobus”, come si definisce, di una passione inguaribile.
Da quanto tempo ha a che fare con gli autobus?
Da sempre. Mio papà e mio zio fondarono l’azienda di famiglia nel 1926. Ho trascorso la mia infanzia giocando nei garage, fra meccanici e autisti e – come si dice – “chi va al mulino si infarina”. Così, anche quando l’azienda è passata di proprietà per la scomparsa prematura di mio padre, mi è sempre rimasta la nostalgia del “capriolo” – il fregio che decorava i nostri autobus – e il desiderio di riacquisirla. Così, dopo la laurea in architettura, quando potevo ben essere soddisfatto di un ruolo professionale gratificante – ero diventato capo movimento con la responsabilità di 150 collaboratori – con molti sacrifici ho rilevato nuovamente l’azienda.
Una tradizione di famiglia, dunque…
Sì. Passata e futura, perché tutta la mia famiglia si dedica a S.A.P. con la mia stessa passione: mia moglie Rosangela è “caposervizio” 24 ore su 24, mio figlio Alessandro ha competenza di tutto, dall’officina ai mezzi e mia figlia Elisabetta si destreggia come una cavalletta fra l’agenzia viaggi e i nostri uffici.
Non sono tempi facili, soprattutto adesso che il mercato è selvaggio e la guerra spesso si combatte troppo sul prezzo, ma sono orgoglioso quando – com’è capitato di recente – ci definiscono una “bella squadra”.
Qual è il suo autobus del cuore?
Tanti, tutti… però mi piace ricordare il primo Setra 415 color salmone che aveva ancora il tachigrafo non digitale. Ma anche il GTHD che abbiamo comprato dopo, perché era predisposto per ospitare a bordo le sedie a rotelle: finalmente un mezzo con cui accompagnare in gita anche le classi con ragazzi disabili. Non abbiamo mai applicato supplementi e anche i nostri autisti sono sempre disponibili quando si tratta di smontare sedili a questo scopo.
Le piace viaggiare di notte?
Sì, io ho una particolare disciplina quando devo viaggiare di notte. Non mangio il giorno prima e mi riposo. Durante il viaggio notturno ho gli occhi come laser, svegli. Anche nell’ora più pericolosa, quella tra le 2.30 e le 3 e quando s’avvicina l’alba.
Il gruppo di passeggeri più particolare che ha portato in viaggio.
Ricordo un gruppo di Bagnolo Cremasco che ho portato in gita per 15 anni. Affiatatissimi, organizzavano i viaggi durante il giorno del mercato; il gruppo aderiva e si partiva. Festa della polenta, castagnate, gite di 5 giorni all’estero; c’era sempre il pretesto per fermarsi all’andata e al ritorno per una merenda a pane e salame. Ricordo che al ritorno da Venezia ci fermammo nei pressi di Padova e sfoderarono addirittura una porchetta. Nella piazzetta di Sorrento bloccarono i turisti per un’ora e mezza suonando la fisarmonica nell’entusiasmo generale.
Quali sono le caratteristiche di un buon venditore d’autobus?
Deve essere una persona alla mano, con la quale ci sia il piacere di incontrarsi non solo quando si deve concludere un acquisto, ma anche per fare quattro chiacchiere e dirsi come va. Una persona per cui la stretta di mano valga come un contratto.
E oltre agli autobus quali passioni ha?
Nessuna. Se non li guido, li colleziono: ho 250 modellini di autobus, di latta, di legno, alcune riproduzioni di modelli d’epoca fatti realizzare apposta a partire dai disegni di mio papà… Posseggo anche una collezione fotografica di autobus dell’azienda storica di mio padre ritenuta un patrimonio invidiabile.
L’AZIENDA SAP: UNA TRADIZIONE, UNA STORIA DI AUTOLINEE E NOLEGGI DELLA FAMIGLIA BELLOCCHIO
Oltre ad un’importante tradizione nel settore trasporto che risale al 1926, l’azienda SAP vanta oggi una delle più moderne e confortevoli flotte del cremasco. Attiva nel noleggio di autobus gran turismo, anche attraverso una propria agenzia viaggi, organizza trasferimenti e viaggi in Italia e all’estero.
Fedele cliente Setra, quest’anno ha scelto di arricchire il suo parco mezzi anche con un nuovissimo Mercedes-Benz Tourismo.

La consegna dell’ultimo Mercedes-Benz all’azienda Bellocchio. Nella foto: da destra, Alessandro Bellocchio e il collaboratore Luca Pasquini.