Antonio Iacovelli – Autotrasporti Iacovelli Pietro & C. Jelsi (CB)
“Cavaliere sul suo cavallo” così si definisce – con una metafora epica e romantica – Antonio alla guida del suo Travego Mercedes. Titolare e autista da sei anni dell’azienda creata dal papà Pietro, di cui conserva il nome, i valori e la passione.
Segni particolari
Dalla laurea in legge al volante dell’autobus. Con il pallino per la sicurezza, per la qualità del servizio e uno spiccato senso… del ritmo.

Raggiungiamo Antonio al ritorno da un servizio di quattro giorni fra Milano e Torino.

Titolare e autista. Come è arrivato a questa professione?
L’azienda è stata fondata da mio padre Pietro, del quale conserva ancora il nome. Nell’85 papà cominciò a occuparsi di trasporto su gomma, dapprima autotrasporto con camion, e poi, dagli anni ’90 l’attività si concentrò sugli autobus da noleggio. Quando, sei anni fa, mio padre è venuto a mancare, io, laureato in legge con i sacrifici della famiglia che magari immaginava per me un altro destino professionale, ho deciso di prendere la patente e continuare l’attività da autista di papà. Nel 2012 ho acquistato un nuovo Travego Mercedes: è questa la mia flotta, la mia macchina, e facciamo molti chilometri e bella figura insieme.
Essere titolare e conducente al tempo stesso, di un veicolo che rappresenta un investimento importante per te e per la tua azienda, ti mette in condizione di fornire un servizio di grande qualità e responsabilità.

Il bello e il brutto di questa professione.
Del lavoro di conducente amo il rapporto con le persone, la guida e l’opportunità di conoscere nuovi luoghi. L’altro lato della medaglia sono le lunghe assenze da casa che mi tengono lontano dalla famiglia. Spesso sono impegnato in tour europei e non rientro per mesi.  

Dato che conosce così bene Travego, ci può indicare a suo giudizio tre caratteristiche di Mercedes.
Serietà, comfort – sia per il conducente che per i passeggeri che, ad esempio, si stupiscono sempre per la silenziosità dell’autobus – e attenzione ai consumi.

Il suo modello d’autobus del cuore allora è Travego.
Ad essere sinceri, l’autobus a cui sono affettivamente più legato è il Setra 315 HDH che avevamo prima. Era stato l’autobus di mio padre e a bordo ne avvertivo ancora la presenza. Ho sofferto quando ho dovuto venderlo per sostituirlo con un veicolo più recente. Anche perché Setra come caratteristiche costruttive è il top. Poi mi sono abituato al Travego con tutte le performance della macchina nuova e adesso, quando mi metto alla guida, mi sento il cavaliere con il suo cavallo.

Gite scolastiche: un ricordo bello e uno brutto
Dal gennaio a maggio io sono impegnato per cinque mesi esclusivamente con gite scolastiche. Ne ho accompagnate davvero tante. Mi piace ricordare i sette giorni in Provenza con una scuola di Roma: simpatici, educatissimi, sia i ragazzini che gli insegnanti. Siccome conosco bene quelle zone li ho portati anche in posti fuori programma e con piacere ho messo a loro disposizione tutta la mia esperienza. A fine servizio mi hanno perfino scritto una letterina. Il ricordo più brutto invece è stata una scuola di Velletri: ragazzi maleducati, che non stavano seduti, mangiavano e bevevano birra sul pullman senza rispetto né per me né per il mezzo e gli insegnanti non intervenivano affatto. Ho chiamato la polizia e li ho lasciati in autogrill. Un caso limite, per il quale poi si è scusato con me anche il preside della scuola.  

Cosa è importante per lei nella scelta e nel mantenimento di un autobus?
La sicurezza è fondamentale. Soprattutto quando si fa trasporto scolastico. Io dedico molta attenzione alle gomme, alla manutenzione e non ho mai avuto problemi ai controlli dei vigili. Sono favorevole a qualsiasi iniziativa per sensibilizzare su questo tema.

Cosa fa nelle ore di attesa?
Leggo, mando e-mail di lavoro, dormo… Ieri ho aspettato nove ore nel parcheggio dell’Expo, per inciso, una struttura orribile. Senza ombra, senza servizi, lontanissimo dall’ingresso, e assurdo nella modalità di pagamento – se esci per un servizio devi ripagare il pedaggio anche nella stessa giornata…

Un gruppo di passeggeri speciali
Con il Setra 315 HDH di cui raccontavo prima sono stato l’autista ufficiale del tour europeo dei Buena Vista Social Club, quella fantastica band di vecchietti cubani. Facevano le prove in autobus fra un concerto e l’altro e ho avuto la fortuna di avere Compay Segundo seduto dietro a suonare la chitarra. Devo dire che anche mio padre in passato aveva trasportato spesso musicisti, come Oscar de Leon. Possiamo vantare una certa tradizione come autisti di musica latina.

Cosa porta sempre con sé in autobus?
La fotografia di mio padre, un libro e, ahimè, le sigarette.

Le sue passioni oltre agli autobus.
Allevo pastori tedeschi con cui partecipo ad esposizioni canine. Stiamo aspettando a breve una nuova cucciolata. Poi suono la batteria, da ragazzo ero batterista in una band, adesso mi ci dedico da solo, per rilassarmi. Musica rock…

L’azienda Autotrasporti Iacovelli Pietro & C.
Nata nel ’85 su iniziativa del papà Pietro, l’azienda di servizio con conducente, con sede a Jelsi in provincia di Campobasso, offre servizi turistici su misura e di qualità, tour nazionali ed internazionali con l’impiego di un Travego Mercedes-Benz.

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