NOVEMBRE 2022 – A IBE 2022 Intermobility and Bus Expo, EvoBus Italia è stato fra i protagonisti anche dei momenti di riflessione e confronto fra gli operatori di settore, prendendo parte a numerosi convegni organizzati nell’agenda degli eventi della Fiera.
Michele Maldini, direttore commerciale clienti pubblici di EvoBus Italia, è intervenuto al convegno “Nuove filiere energetiche: nuovi attori necessari per la transizione della mobilità” che si è svolto nel pomeriggio del 13 ottobre 2022 alla Fiera di Rimini, moderato dal giornalista Giuseppe Guzzardi della rivista Pullman e che ha messo a confronto i rappresentanti di aziende e delle filiere dell’elettrico, del metano e GNL e dell’idrogeno intorno al tema del giusto equilibrio e la corretta progressione nelle scelte energetiche, anche in funzione dello sviluppo tecnologico.
Michele Maldini è intervenuto nella tavola rotonda a conclusione del workshop con una riflessione che sottolinea un cambio di paradigma rispetto al passato: Il prêt-à-porter dell’autobus non ha più senso – ha dichiarato. Un’affermazione forte e complessa che il nostro direttore commerciale ha in seguito argomentato nella lunga riflessione che segue; tratteggia i nuovi orizzonti di un mercato che sta attraversando cambiamenti epocali.

125 anni di aiutobus Daimler

Il titolo “nuovi attori” con cui siamo stati chiamati ad intervenire al convegno della recente manifestazione IBE di Rimini mi ha stimolato in maniera particolare.  
Noi non siamo nuovi attori, siamo piuttosto anziani (l’immagine sopra è di qualche anno fa, a celebrare i 125 anni dall’entrata in servizio del primo autobus con la stella), conosciamo gli scricchiolii ed i tranelli del palcoscenico da tempo, ma ora stiamo imparando (come tanti di noi) una parte nuova, particolarmente sfidante, poiché è in gran parte scritta in una lingua diversa. Potremmo tranquillamente fermarci qui: i nuovi attori necessari sono in parte rappresentati da chi ci ha preceduto e da chi ci siede attorno, e sono nuovi non tanto per l’età ma perché non si parla più di monologhi ma necessariamente di rappresentazioni di gruppo, dove ognuno gioca un ruolo ben preciso ed indispensabile in scena. 
Se qualcuno di voi ha memoria storica circa le tavole rotonde e le conferenze stampa in tema di mobilità sostenibile di solo qualche anno fa, dalle recenti occasioni di Rimini sino alle “antiche” fiere di Verona, mai avrebbe pensato ad un gruppo di lavoro con tanti personaggi importanti e promotori di tecnologie e contributi così differenti; in passato il protagonista era il “pezzo di ferro” con motore Diesel con qualche – anche sostanziosa – ondata verso il metano ed un paio di “granelli neri” in un barattolo di zucchero, i primi pionieristici elettrici sparsi per l’Europa.  Si parlava di affidabilità, valore residuo, di leasing operativo, di gamma completa o completissima.
Compera e porta a casa.
Ora il panorama è enormemente più vasto, transizione verso la de-carbonizzazione nel TPL significa – in pochissime parole – che, di fatto, ciò che rimane del recente passato è il passeggero e l’esigenza d’essere trasportato, tutto ciò che ruota intorno a questa domanda di mercato e lo “svolgimento” del tema è mutato radicalmente.
Forse abbiamo cominciato tutti dal punto di partenza più sbagliato: mettere le batterie in un autobus aiuta, ma non chiude il cerchio.
Prima di tutto, Daimler Buses e scelta strategica: per aggiornare la gamma prodotto è necessaria una razionalizzazione del portafoglio, al fine di concentrare gli investimenti necessari in un progetto di sviluppo a medio-lunghissimo termine capace di abbracciare le esigenze di tutti i mercati dove siamo presenti, ovvero quasi tutti i paesi del mondo. Quindi, trazione diesel/mild-hybrid per la gamma interurbana, con possibilità di utilizzo HVO puro, a tendere elettrica ed elettrica con range extender (celle a combustibile), come già oggi per l’urbano. Abbiamo puntato, crediamo consapevolmente e responsabilmente, le nostre fiches su questi quadranti del tavolo verde.
Partiamo da un dato di fatto non controvertibile: l’efficienza di un motore elettrico si aggira tra l’80% e il 90%, più del doppio del motore endotermico più efficiente. Pare una banalità ma abbiamo concentrato le risorse laddove crediamo abbia un senso investire per un rinnovo graduale ed educato del TPL, non ce ne vogliano attori che hanno intrapreso e sostenuto strade differenti dalla nostra.
Il secondo atto parte in maniera molto diversa dal primo, almeno per noi. Inizia così: “Quanto costa? Quanto consuma?” Ci dispiace, ma non sappiamo rispondervi: non esiste più il prêt-à-porter dell’autobus. Alla domanda “quanto costa” abbiamo la responsabilità di rispondere con altre domande: che cosa ci devi fare e come? Daimler Buses si sottrae alla tradizione di fornire “consigli per gli acquisti” ma si propone prima di tutto di ascoltare, acquisire dati e trasformarli in un progetto.
Non ha molto senso un acquisto di un bus ZEV senza un progetto: i parametri sinora tenuti in considerazione nella progettazione di un sevizio di linea e regolarmente trasmessi nelle procedure di gara endotermiche più evolute (velocità commerciale, orografia, distanza fermate, condizioni ambientali) non sono semplicemente più sufficienti per determinare una scelta di acquisto, poiché non si tratta di un acquisto ma (appunto) di un progetto da portare a termine nel migliore dei casi a quattro/sei mani.
Non a caso in questi incontri tematici, rifacendoci al summenzionato evento IBE, vediamo tante competenze differenti, in rappresentanza di alcuni degli ingredienti necessari a far funzionare un progetto evoluto di TPL.
Dialogo competitivo: quando si costruisce un palazzo in mezzo al deserto diventa inutile non appena finito.
Servono energia, impianto idrico, strade, fognature, servizi per gli abitanti, trasporti, manutenzione e gestione del condominio. Serve confronto tra l’architetto (più di uno) ed i gestori di tutto ciò che è necessario a rendere vivibile una costruzione complessa.
Per “gamma completa” non parliamo più di “lunghezza-larghezza-pianale-porte-accessori” ma bensì della effettiva capacità di affrontare la globalità degli elementi che vanno oltre “il pezzo di ferro” e senza i quali non ha senso compiuto il “semplice” acquisto di una flotta elettrica o a idrogeno e/o celle combustibile.
Dialogo competitivo da reiterarsi: in quattro anni (dalla presentazione del primo eCitaro, nel 2018) si sono succedute quattro tecnologie diverse di batterie, alcune sostanzialmente differenti e tutte ad evolvere le prestazioni.
Occorre ripensare agli “accordi quadro” che “blindano” una fornitura ben oltre l’arco temporale di aggiornamento tecnologico: dai 10 anni di media ai 2 anni, probabilmente a tendere ancora meno, per essere testimoni di aggiornamenti tecnologici che rendano potenzialmente obsoleto ciò che abbiamo acquistato poco prima.
Ripensare ai contratti di servizio: l’erogazione di fondi pubblici a sostegno del rinnovo del parco rotabile non basta per rendere giustificabile un investimento serio e strutturato al fine di garantire non solo la presenza ma l’effettiva performance in servizio a lungo termine dei veicoli ZEV, il tempo medio dei contratti è decisamente troppo breve per poter sostenere investimenti strutturali così complessi: magari parificandoli ad un innesto ferroviario, ecco che in 30 anni si può pensare di ammortizzare ciò che per le grandi aziende TPL non è una ristrutturazione, ma una vera e propria rivoluzione.
Ripensare al modello di contributo: che senso ha ottenere un contributo per acquistare un veicolo di Formula 1 se abitiamo in un rifugio alpino? L’ambiente circostante deve essere adatto ad utilizzare il mezzo a contributo… forse sarebbe meglio costruire prima la pista, i paddocks e le tribune.
La parte nuova dell’attore Daimler consiste nel fornire un valore aggiunto attraverso una progettazione che tiene conto di tutto ciò che è necessario per assicurare l’utilizzo più proficuo possibile di ogni elettrone disponibile nel pacco batterie, non limitandosi ad applicare questo principio in maniera ottimale nella costruzione del bus ma offrendo competenze concatenate per “salvare l’elettrone” attraverso infrastrutture ad-hoc, sistemi di ricarica ottimizzati, software gestione flotte e servizi di assistenza post-vendita resi ancor più efficienti dalla geolocalizzazione e trasmissione dei dati di servizio.
 Alla fine di tutto questo i “nuovi attori” sono i tecnici di palco, chi sta dietro le quinte, e chi può fare la differenza è chi ha in mano le chiavi della regia.
Servono competenze e scambio di informazioni libero tra le parti, tavoli aperti e non più liste dei desideri di babbo natale nella buca delle lettere sotto l’albero. Per questo ci siamo dotati di un Team di elettromobilità che annovera al suo interno competenze e compartecipazioni di differenti professionalità ed aziende a supporto, perché in scena non c’è più un autobus, ma un sistema a 360° che nasce dall’idea di un progetto e cresce sino a realizzarlo con formula “chiavi in mano”. 

Siamo qui per progettare, insieme, un futuro del trasporto passeggeri credibile e sostenibile. 

E’ possibile rivedere integralmente il convegno registrandosi nella sezione on demand del sito di IBE

 
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