Un tecnico nato e cresciuto con la nostra azienda – dopo due mesi dalla mia assunzione come apprendista è nata EvoBus Italia – Valentin Oberhauser, da cinque anni capo officina presso il Service Center di Bressanone, ha molti ricordi affettuosi da condividere su questi 20 anni di vita professionale, a cominciare dal maestro da cui ha appreso il mestiere e i colleghi cui lavora fianco a fianco.
I suoi tre figli adorano viaggiare in autobus e – quando li accompagno sugli autobus di linea in montagna – confessa – un orecchio al rumore del motore finisco sempre per prestarlo.
Quanti anni aveva quando ha iniziato a lavorare in EvoBus?
Ero un ragazzino di 14 anni; era la mia prima esperienza lavorativa e fui assunto come apprendista in Setra. Ricordo ancora la data, 17 luglio, e due mesi dopo, a settembre, siamo diventati EvoBus. Ho fatto esperienza in officina, dopo tre anni ho sostenuto l’esame e sono diventato meccanico. Poi, dal 2008, ho iniziato ad occuparmi di assistenza presso il cliente e da cinque anni sono capo officina.
Cosa ricorda di 20 anni fa?
Il capannone dell’officina in parte era dedicato ai gatti delle nevi – che Setra produceva – in parte agli autobus. Io mi sono sempre occupato di autobus e l’allora capo officina, Alfons Radmuller, il papà di Hanspeter, mi ha insegnato tanto del mestiere. – ricorda con un sorriso – Era un po’ come il papà di tutti.
Cosa le piace del suo lavoro e cosa invece le piace meno?
Mi piace quando, di fronte a un autobus con un problema di cui ancora non conosci la natura e non hai la sicurezza di sapere da subito come intervenire, trovi il guasto e riesci a ripararlo. E’ il bello del nostro lavoro. Come pure la soddisfazione di vedere il cliente contento.
La cosa invece che mi pesa di più sono i ritmi frenetici, i clienti stressati e che hanno poco tempo. In passato era tutto più lento, c’erano meno telefonate e più tempo per insegnare ai nuovi tecnici. Alfons, per esempio, dedicava tanto tempo alla mia formazione e oggi un capo officina non può più permetterselo.
Che cosa è cambiato nel suo lavoro in questi vent’anni?
Tutto. Prima sugli autobus predominava la meccanica, adesso la meccatronica.
Ricordo che nella vecchia sede con Alfons riparavamo i motori smontandoli completamente, oggi è impossibile: sarebbe antieconomico e sono necessarie competenze più specializzate.
L’evoluzione nel nostro settore è continua e non puoi mai smettere di imparare. Le ultime competenze che ho dovuto acquisire sono di tipo organizzativo: suddividere i lavori, gestire il personale dell’officina, ma – aggiunge con orgoglio – sono contento perché siamo un bel team.
Approfittiamo della sua esperienza per chiederle in cosa differisce la manutenzione di un autobus che percorre molti chilometri in montagna?
Gli autobus che viaggiano in montagna hanno bisogno di più manutenzione, soprattutto a causa del sale con cui vengono trattate le strade che si deposita sotto l’autobus e, a lungo andare, ha un effetto corrosivo.
Ogni primavera mettiamo gli autobus sul ponte, li laviamo bene e li trattiamo.
Come chiediamo sempre, qual è il suo autobus del cuore?
Scelgo il Setra 416 HDH perché è una gran bella macchina. Sono legato particolarmente a Setra perché sono nato in quell’azienda e anche perché i clienti Setra in questa zona sono più numerosi.
Perché ha scelto di restare 20 anni nella stessa azienda?
Mi è sempre piaciuto il mio lavoro e poi con i colleghi siamo come una famiglia.
Spesso organizziamo occasioni per stare insieme anche fuori dal lavoro: d’inverno andiamo insieme a sciare, abbiamo appena organizzato una gara di go-kart a Innsbruck, andiamo sempre in montagna una volta all’anno. Lo sci e la montagna sono passioni che condividiamo.
Come sarà l’autobus fra 20 anni?
Penso che scompariranno i motori diesel e la trazione sarà elettrica.
Utilizza l’autobus da passeggero?
Viaggio spesso con l’autobus di linea perché ai miei bambini piace andare in pullman, con cui vanno anche a scuola. Se sento qualche rumore strano, anche da passeggero, inevitabilmente ci faccio attenzione.
Un augurio per i prossimi 20 anni
Speriamo che a EvoBus vada sempre tutto bene.
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Hanspeter Radmuller, Bressanone
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Josef Brunner, EvoBus Bressanone
Anton Messner, EvoBus Bressanone