“Lavorare vent’anni nello stesso posto e un po’ come essere sposati con lo stesso uomo da una vita… e io penso di essere tra i pochi esemplari (in via di estinzione) che considerano ancora ambedue le cose un privilegio… te ne lamenti, gli borbotti dietro ma gli dedichi tutta te stessa e sai che non potresti farne a meno…”
Descrive così la lunga relazione d’affetto che la lega ad EvoBus, Tullia Pasquale, emiliana per scelta, una delle punte di diamante del BackOffice EvoBus in cui si occupa di analisi e gestione contratti, forte anche della sua laurea in giurisprudenza conseguita due anni fa. Il riconoscimento accademico è uno dei molteplici traguardi nel suo percorso di formazione continua con il quale ha accompagnato un cammino professionale che l’ha vista impegnata in molti ruoli diversi: commerciale, gare, contratti, customer care, coordinamento affari legali, sono alcuni degli incarichi ricoperti da Tullia in questi 20 anni in EvoBus.
Cosa ricorda dei suoi inizi in EvoBus?
Nel ’96 avevo 32 anni e quell’inizio professionale coincideva anche con un importante cambiamento nella mia vita. Avevo deciso di lasciare la grande Roma e la strutturata Mercedes-Benz Italia per venire ad abitare in un paesino dell’Emilia ed entrare a far parte della squadra della nascente piccola EvoBus …perché questa scelta? Perché l’Emilia era il sogno della mia infanzia e perché ero felice di andarci seguendo la mia “Stella” che aveva deciso di unirsi a “Setra”.
E che clima trovò allora?
Un bel clima, in cui si respirava l’inizio di un’avventura tutta nuova… Gli emiliani non hanno tradito le mie aspettative e così mi sono ritrovata nel micro-cosmo dell’Italia che funziona, in breve tempo molti colleghi sono diventati amici ed è iniziata una bellissima esperienza lavorativa e personale.
Non che qui in provincia non abbia comunque respirato un’aria internazionale. Nei nostri corridoi ho sentito parlare in tedesco, in spagnolo, in greco e molto in quell’italiano incerto alla Schumacher che mi ha fatto spesso sorridere e che ho comunque sempre un po’ invidiato.
E così, anno dopo anno, ho visto EvoBus crescere e i nostri autobus iniziare a viaggiare sempre più numerosi su strade e autostrade.
Che cosa è cambiato nel suo lavoro in questi 20 anni?
L’informatizzazione è stata rivoluzionaria; la posta cartacea oggi è in pratica sparita e si arriva via mail fino alla conclusione delle trattative.
Gli alti e bassi del suo lavoro?
Come in ogni rapporto d’amore si sono susseguiti momenti felici – l’eccitazione dei grandi numeri, l’orgoglio di lavorare per la più antica casa produttrice di autoveicoli del mondo, la gioia di veder realizzato un progetto cui hai duramente lavorato – e momenti più difficili caratterizzati da sfiducia, delusione, rabbia. Ma anche nelle circostanze più negative non ho mai provato indifferenza o noia verso il mio lavoro e questo ritengo sia la cosa più importante: essere partecipe e coinvolta sempre e nonostante tutto.
Un ricordo di questi vent’anni cui è particolarmente legata?
A proposito di “nonostante tutto”… con i miei colleghi ho anche condiviso esperienze che nella vita proprio non ti aspetti, come il “campeggio” dell’estate del 2012 in occasione del terremoto, durante il quale abbiamo tanto “ballato”. Ricordo che avevamo allestito una postazione col computer nel giardino per gestire le cose urgenti e il direttore ci mandò una pizza. Nonostante lo shock di quell’esperienza drammatica, ho ricordi di grande solidarietà e capacità di reazione.
Altrettanto è successo dopo l’alluvione nel gennaio del 2014 che ha coinvolto la nostra sede e molte abitazioni di noi dipendenti.
Ogni volta, gli emiliani hanno dato un nuovo significato all’espressione “tenere botta”: insieme si può superare tutto e aiutarsi a vicenda riesce a dare un senso – come direbbe Vasco, altro emiliano doc – a quello che un senso non l’ha.
L’autobus preferito
Non ho un modello preferito.
Come s’immagina fra 20 anni?
Grazie alla Fornero sarò ancora al lavoro. Spero ancora insieme a EvoBus e spero di trascorrerli ridendo e borbottando… proprio come in quella noiosa, litigiosa, ma meravigliosa coppia di altri tempi di cui sopra.
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Una foto dell’epoca dall’album dei ricordi di Tullia.