Da Setra a EvoBus, dal controlling al commerciale, dal back-office alla prima linea, Rita Pellati da vent’anni affronta sfide e cambiamenti con entusiasmo, accogliendoli tutti come interessanti opportunità di crescita. Vent’anni nella stessa azienda, ma mai nello stesso ruolo.
Da brava commerciale, si rifiuta di rivelarci il suo autobus preferito, ma ci racconta molte cose del suo lavoro in EvoBus.

Con la nascita di EvoBus lei visse il passaggio da Setra al gruppo Daimler. Cosa rappresentò per lei?
Una grandissima opportunità di crescita. Io avevo iniziato la mia vita lavorativa in Kässbohrer e quando ci fu l’acquisizione capii che mi era data l’opportunità di crescere professionalmente all’interno di un gruppo con dimensioni multinazionali e un’organizzazione complessa.
Ricordo bene il mio primo capo nella neonata EvoBus, il signor Ersing, molto preparato, ma caratterialmente impegnativo: era un approccio tutto nuovo, era necessario comprendere le strategie di gruppo, il collegamento con i colleghi tedeschi. All’epoca lavoravo in amministrazione e mi occupavo di controlling; questo mi ha permesso di sviluppare una conoscenza complessiva dell’azienda che è stata molto formativa.

Come è cambiato il suo lavoro oggi? Di cosa si occupa?
Per me l’anno di svolta fu il 2010 in cui ebbi l’opportunità di passare dall’ambito amministrativo a quello commerciale; inizialmente divenni responsabile del back-office per il marchio Setra e collaboravo con i venditori, poi dall’anno scorso, con la riorganizzazione della rete vendita coach, sono responsabile commerciale noleggio per l’area centro-sud per entrambi i marchi Mercedes e Setra.
Dall’amministrazione al commerciale… non tornerei indietro. Fu un cambiamento totale, con un approccio completamente diverso. Mentre l’amministrazione esige una mentalità precisa e abbastanza rigida, il commerciale deve esercitare doti di flessibilità e di mediazione. In amministrazione il “committente” del tuo lavoro è interno all’azienda, ma quando sei alle vendite, il tuo referente diventano clienti “esterni” e le logiche sono da rivoluzionare.

Quali aspetti le piacciono di più del suo lavoro?
La sfida costante richiesta dal mio lavoro e la duplicità del ruolo che mi mette in rapporto sia con l’interno sia con l’esterno dell’azienda, La doppia relazione con i colleghi e con i clienti mi offre una visione a 360 gradi di ogni problematica.

Una grande soddisfazione professionale?
Ce ne sono state tante… mi rende felice il fatto che, nonostante i miei cambiamenti di ruolo e di funzioni, abbia ancora relazioni vive e positive con i colleghi tedeschi dei miei primi anni.

Lei ha avuto e continua ad avere occasioni di collaborazione con casa madre. Com’è lavorare con i colleghi d’oltralpe per un’italiana?
Sicuramente esistono differenze culturali d’approccio che, tuttavia, non incidono per tutti allo stesso modo. Ci sono colleghi tedeschi che hanno uno stile molto europeo nei rapporti professionali e altri, invece, piuttosto rigidi per i nostri standard.

Qual è il suo autobus preferito?
Nel mio ruolo non posso fare preferenze – sorride Rita.

Una bella esperienza personale intrapresa in questi 20 anni?
Nel borgo dove abito, ho avviato una piccola attività di bed & breakfast che mi regala molte soddisfazioni. Io trascorro giorni fuori casa per il mio lavoro, perciò apprezzo particolarmente il valore di un’atmosfera accogliente e domestica e di un’ospitalità fatta anche di relazioni interpersonali. Mi gratifica offrire questo tipo di esperienza ai miei ospiti, regalando un clima “di casa” anche a chi è lontano dalla propria.

Come immagina EvoBus fra 20 anni?
Sempre in crescita, in tutti i sensi.

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