Ha vissuto in prima persona la storia del magazzino EvoBus, dalle microfiche ai lettori ottici, parte del team Kassbohrer Setra ancora prima della nascita di EvoBus Italia, Paolo Borsari è un veterano cresciuto con la Kappa e con la Stella.
Cosa ricorda dei primi tempi in EvoBus?
Ero giovane, avevo 21 anni, molti più capelli di oggi e lunghi fino a metà schiena. Quando è nata EvoBus Italia eravamo già operativi in questa sede da un anno come Setra Service e, in precedenza, io avevo lavorato in Kassbohrer a Villavara, a pochi chilometri da qui. Con me c’erano anche Roberto Preti e Paolo Pirani della verniciatura, colleghi ai quali sono sempre stato affezionato e che hanno rappresentato spesso un punto di riferimento cui chiedere consigli.
E’ da 25 anni che faccio parte di quest’ azienda.
Come è cambiato il suo lavoro in vent’anni?
Ho imparato molte cose strada facendo: all’inizio mi occupavo solo di mettere a scaffale il materiale che arrivava dalla Germania, poi mi è stato insegnato anche a prelevare, poi a imballare, poi sono stato affiancato al banco officina e infine al banco vendita a contatto con il cliente. Adesso sono in servizio in officina post-vendita, nel team che realizza i completamenti degli autobus nuovi.
In magazzino l’informatica ha trasformato completamente la ricerca dei ricambi; all’inizio i supporti erano cartacei, poi sono arrivate le microfiche da leggere sotto un apposito visore – che ora sembrano preistoria, ma allora erano davvero all’avanguardia – successivamente è stato installato il magazzino verticale e oggi i sistemi di ricerca sono completamente informatizzati.
Ci racconta una grande soddisfazione professionale di questi 20 anni?
Cinque anni fa riparammo un due piani dell’azienda Marozzi incidentato frontalmente fino all’asse anteriore. Ci abbiamo lavorato vari mesi, ma alla fine il cliente fu molto soddisfatto perché l’autobus era tornato come nuovo.
Cosa le piace del suo lavoro?
Il mio lavoro mi piace perché è vario e perché alterna mansioni differenti.
Qual è il suo modello d’autobus del cuore?
Sono particolarmente affezionato a Setra perché è il marchio per il quale ho cominciato a lavorare e il 315 HDH per me è l’autobus più bello che hanno fatto.

Paolo ci ha mostrato un lettore di microfiche che ancora conserva sul banco di lavoro, serviva a memorizzare su un supporto ridotto molte informazioni relative ai ricambi che poi venivano ingrandite dal visore al momento della consultazione.
Una cosa bella accaduta in questi 20 anni.
Nel ’98 ho conosciuto Simona, lavorava in un magazzino di profumi qui dietro alla sede EvoBus e ci siamo incontrati al distributore dell’Agip. Le ho offerto un aperitivo e oggi siamo sposati. Quindici anni fa è nato nostro figlio Cristian che oggi frequenta l’istituto tecnico e studia informatica, proprio come me.
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