Esperto di aria condizionata in autobus – ma anche di aria aperta e vento che accarezza i ciclisti piegati sul manubrio – Giovanni Ferrari è un tecnico senior, cresciuto nell’officina EvoBus, capace di passare con disinvoltura dalla meccanica dell’autobus, alla dinamica del pedale e delle due ruote.
Quanti anni aveva quando ha iniziato in EvoBus?
Ero un sedicenne quando sono entrato nell’officina Setra; iniziai occupandomi già da allora degli impianti di aria condizionata sugli autobus.
Ancora oggi, dopo 31 anni, mi dedico principalmente a questa tipologia di interventi.
Un super esperto di aria condizionata, dunque. Che cosa è cambiato in 20 anni in questo settore?
I sistemi per la climatizzazione dell’autobus sono stati rivoluzionati dall’avvento dell’elettronica che oggi ha un ruolo preponderante in questi impianti. Tutto quello che in passato era manuale, ora è controllato dall’elettronica.
Quando io cominciai a lavorare in officina mi occupavo principalmente di installare la climatizzazione sugli autobus, perché molti veicoli non ne erano dotati. Ora la mia attività riguarda soprattutto la manutenzione e la riparazione, perché ormai l’impianto di climatizzazione nasce con l’autobus stesso nello stabilimento di produzione.
Cosa ricorda dei suoi primi periodi di lavoro?
Avevo 16 anni, molti timori, molte cose da imparare. Mi erano venuti a cercare a casa dopo la scuola per offrirmi questo lavoro. Avevo terminato la scuola a giugno, a fine mese ho ricevuto la proposta di impiego e a luglio avevo già cominciato a lavorare. In officina le cose non si discutevano, si seguivano le istruzioni dei responsabili e si lavorava a testa bassa. Oggi, con più esperienza e sicurezza sulle spalle, il clima è molto diverso, si lavora con più serenità e ogni tanto si scherza.
Anche per i giovani che entrano adesso nel mondo del lavoro l’impatto è molto diverso da 30 anni fa.
Da cosa trae le sue maggiori soddisfazioni professionali?
Le soddisfazioni più grandi te le danno i clienti quando ti cercano e ti affidano i loro autobus. E’ molto gratificante fare bella figura presso le aziende clienti negli interventi esterni.
Il suo bus preferito?
Non ce n’è uno preferito. Sono legato a tutti nella stessa misura.
La prima e l’ultima cosa che ha imparato?
La prima fu il montaggio e il funzionamento dall’a alla zeta degli impianti per la climatizzazione, l’ultima… non arriverà mai, perché c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare ogni giorno.
L’aspetto che ama di più del suo lavoro?
L’autonomia che mi concede. Mi piace essere indipendente, affrontare i problemi e riuscire a risolverli da solo, con la mia esperienza e con determinazione.
Le sue passioni oltre gli autobus?
La bicicletta da corsa e la mountain-bike. Una passione che condivido con i colleghi Mirco Campana e Giuseppe Ferrarini, con i quali organizziamo spesso escursioni in montagna.
Che cos’hanno in comune la mountain bike e il suo lavoro?
Per entrambi sono indispensabili la determinazione e la passione.
Sia per scalare montagne sia per riparare autobus deve piacerti quello che fai e devi essere fortemente motivato a raggiungere l’obiettivo.
Cosa augura a EvoBus per prossimi 20 anni?
Auguro alla mia azienda di restare in buona salute e rimanere come adesso.
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