Il sorriso contagioso di chi è abituato a stare fra i ragazzi: in compagnia dei suoi due figli, ma anche dei giovani del gruppo teatrale che per tanti anni ha seguito e incoraggiato nel suo tempo libero.
Franca Cassanelli opera da sempre nel reparto commerciale EvoBus e ha costruito nel tempo rapporti di stima e di affetto con tanti colleghi e clienti.

Il 1996 è stato per lei un anno davvero speciale, giusto?
Sì, in quell’anno non solo nasceva EvoBus, ma anche mio figlio secondogenito Thomas che oggi – come l’azienda – festeggia i suoi vent’anni.
Ero dipendente Setra e, appena rientrata in ufficio dalla maternità, ho partecipato a costruire un’azienda tutta nuova.
Si può dire che ce lo siamo costruiti, EvoBus!

Quali erano le sue mansioni allora e quali sono quelle attuali?
Mi occupo da sempre di programmazione consegne, logistica, documentazione per i veicoli. Sono tristemente nota perché “chiedo soldi ai clienti” – sorride Franca – ma questo non mi ha impedito di stringere con loro rapporti di grande stima e cordialità che negli anni si sono rafforzati.

Cosa le piace del suo lavoro?
Mi piace tutto del mio lavoro: è ripetitivo, ma, al tempo stesso, sempre nuovo nel rapporto con clienti, colleghi e fornitori. Da queste relazioni traggo le mie maggiori soddisfazioni professionali.

Ricorda qualche collega in particolare di quegli anni?
Sicuramente l’amica Paola Cipriani, oggi in pensione, con cui lavoravo 30 anni fa. Lei in azienda era soprannominata “Cip” e quando io arrivai in ufficio per affiancarla durante la sua maternità, inevitabilmente divenni per tutti “Ciop”.
Allora eravamo solo “Cip e Ciop”, oggi invece in ufficio siamo un team di cinque persone.

In questi vent’anni le sarà capitato di prendere parte a molti eventi EvoBus. Ha qualche ricordo speciale?
Mi piacque moltissimo quando fu organizzata La Città dell’Autobus in azienda e accogliemmo i clienti letteralmente a casa nostra.

L’autobus preferito
… purché sia Setra. Ho lavorato tanti anni per Setra Kässbohrer.

Una cosa bella che ha vissuto nella sua vita in questi 20 anni?
Le mie due stelle, i miei figli. Uno di 28 e l’altro di 20 anni.

Cosa augura per il futuro a lei e a EvoBus?
Io spero di riuscire ad andare in pensione, prima o poi.
Mi auguro che i miei figli proseguano sull’attuale strada che hanno intrapreso e che EvoBus continui ad evolversi, cambiare, migliorare anche sul piano organizzativo, cogliendo tutti i margini di crescita.

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