Per una volta non è il giornalista che intervista l’azienda, ma viceversa; sono gli strani effetti dei 20 anni EvoBus. Abbiamo infatti chiesto a Marino Ginanneschi – giornalista di lungo corso che ha attraversato in prima persona tutta l’evoluzione del settore – di ripercorrere i nostri vent’anni dalla prospettiva privilegiata della stampa specializzata.
Marino Ginanneschi, oggi direttore responsabile del portale BusToCoach -uno dei siti di riferimento per i temi del trasporto passeggeri in Europa – da sempre si muove con disinvoltura fra test drive, case costruttrici, operatori del settore, raccogliendo e analizzando informazioni di prima mano per i propri lettori.

Signor Ginanneschi di cosa si occupava nel 1996, alla nascita di EvoBus Italia?
All’epoca ero da un anno direttore responsabile della rivista Autobus e ho ricoperto questo ruolo fino al 2010, anno in cui è nato il progetto BusToCoach, che attualmente dirigo.

La stampa di settore come accolse allora l’ingresso di EvoBus tra i player nazionali?
Fu immediatamente chiaro a tutti che si era costituita una realtà molto importante: lo era sulla carta, perché i due marchi che si univano vantavano già numeri di tutto rispetto in termini di quote di mercato e ha dimostrato poi di esserlo anche nei fatti. Non era scontato, perché non sempre nelle fusioni la somma di “uno più uno” fa due. Nel caso della sinergia costituita da EvoBus si può dire che il risultato di “uno più uno” ha prodotto ben più di due.
Inoltre all’inizio ci si chiedeva che fine avrebbe fatto Setra, acquisita da un colosso come Daimler; c’era il dubbio che strategie di razionalizzazione dei prodotti penalizzassero gli autobus della Kappa. Questo timore però è stato smentito nei fatti dall’evoluzione delle due gamme sempre più complementari.

Come comunica EvoBus Italia con la stampa e cosa è cambiato in questi 20 anni?
EvoBus ha sempre avuto – e ha tuttora – un’attenzione speciale per la comunicazione.
Oggi la crisi ha contratto moltissimo gli investimenti che il settore riserva alla comunicazione, ma EvoBus continua a organizzare costantemente iniziative, presentazioni, eventi per raccontare i prodotti e i valori del brand.
Vent’anni fa tutte le case costruttrici investivano in comunicazione, adesso sono rimasti solo i player principali come EvoBus a muoversi così attivamente. Contrariamente all’automobile che, come suggerisce il marketing, ha risposto alla crisi incrementando gli investimenti in comunicazione, il settore degli autobus invece li ha tagliati in modo drastico.
Fortunatamente EvoBus ha fatto scelte diverse: non solo continua ad investire in comunicazione, ma cerca anche di cavalcarne le nuove dinamiche. La Città dell’Autobus, ad esempio, con la nascita del blog e le iniziative social, rappresenta una case history sicuramente nuova e positiva che tutto il nostro settore segue con interesse.

Qual è dal suo punto di vista il ruolo della filiale italiana nelle scelte di comunicazione del Gruppo?
Credo che EvoBus Italia non debba mai rinunciare a una dialettica costruttiva con EvoBus Gmbh perché spesso si è rivelata utile a tutto il gruppo. Anche la stampa, in piena trasparenza, deve esercitare il proprio ruolo di interlocutore critico e propositivo.
Ricordo che nei primi anni di attività EvoBus Italia non diffondeva i listini. Arrivai adirittura a discutere questa politica direttamente con EvoBus Gmbh. Ora c’è un’apertura di Casa Madre verso un’autonomia di comunicazione di EvoBus Italia che rende tutto molto più rapido, in sintonia con le attuali esigenze.
Ancora… al momento della presentazione il Citaro Mercedes-Benz era disponibile solo a due porte. L’Italia sottolineò con convinzione l’esigenza di proporre anche la versione a tre porte. Fu anche merito delle pressioni italiane l’introduzione del Citaro tre porte che ebbe poi successo in tutta Europa.

Quali sono state le “pietre miliari”, le grandi evoluzioni tecnologiche introdotte da EvoBus in questi 20 anni.
E’ molto difficile individuare ”rivoluzioni” quando il processo di ottimizzazione è continuo.
EvoBus non comunica una volta all’anno la novità “eclatante”, ma ogni 2-3 mesi presenta piccole evoluzioni che rivelano una costante tensione alla ricerca, un processo di sviluppo ininterrotto.
In un titolo coniato alcuni alcuni anni fa scrissi che il prefisso EVO di EvoBus sta per “evoluzione”; intendevo esattamente quest’attitudine.

Cosa rimpiange di 20 anni fa?
I miei 20 anni di meno, ovviamente.
E nel mio lavoro, rimpiango l’attenzione che si riservava alla stampa allora. Pensi che ai test degli autobus turistici 20 anni fa si dedicavano due giorni, percorrendo mille chilometri.
Oggi si conducono ancora i test, ma su 500 km e in giornata per limitare l’impegno economico. I costi di allora erano maggiori, ma i dati elaborati sul doppio della percorrenza più accurati.

Ricorda qualche persona in particolare che ha conosciuto in EvoBus?
Sono felice di avere costruito in 20 anni relazioni significative e piacevoli nella mia professione e, non lo dico per piaggeria, ma in EvoBus ho incontrato persone serie, professionali, preparate, ma anche cordiali con cui è un piacere lavorare.
Ne potrei citare tante, del passato e del presente: gli autisti Dario e Gerardo, Trucco, Daniele Fogli e oggi, Michele Maldini con cui è sempre un piacere condividere tempo e lavoro.

Come immagina l’autobus fra 20 anni?
Continuerà l’evoluzione tecnologica verso sicurezza e sostenibilità ambientale. Ci sarà, come sempre, chi tira e chi segue, poiché non tutti possono permettersi gli stessi investimenti in ricerca.
Mi auguro una situazione normativa che imponga agli autobus caratteristiche vincolanti in termini di sicurezza e impatto ambientale.

Lo chiediamo sempre, perciò lo domandiamo anche a lei: qual è il suo autobus preferito nella gamma EvoBus?
Se si prescinde da questioni di portafoglio, mettersi alla guida di un Setra TopClass è la migliore esperienza che ci si possa augurare. Dopo è difficile accontentarsi.
Così come, dopo aver visitato gli stabilimenti EvoBus in Turchia, non ne posso più vedere altri con gli stessi occhi.

Grazie a Marino Ginanneschi per la disponibilità, l’attenzione con cui ci segue e il ruolo fondamentale che lui e i suoi colleghi della stampa specializzata rivestono contribuendo alla crescita di tutto il settore.

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Marino Ginanneschi e Giovanna Lusvardi, marketing EvoBus Italia, in occasione di un recente test drive per la stampa in Germania.

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