Alessio Finotti, Savino Autoservizi
Orgogliosamente parte della famiglia Setra, dal primo S 211 H di 30 anni fa al nuovissimo S 516 HDH ritirato a febbraio 2016, Alessio Finotti ci racconta qualcosa della sua azienda Savino Autonoleggi di Chivasso (TO) e condivide con noi alcune visioni e desideri per il futuro.
Dal passato al futuro, sempre appassionati della Kappa.
Sì, già 30 anni fa avevamo un S 211 H nella flotta. Lo guidava mia moglie Monica. – Una passione, quella per l’autobus, che nella famiglia Savino ha contagiato anche le signore – Pensi che mia suocera è stata una delle prime donne autiste di autobus da turismo, al volante già nel ’79. Si vantava anche parecchio di questa competenza e si dava un certo tono quando nei parcheggi incontrava i colleghi tutti maschi. Fu perfino intervistata per questa professione, ai tempi di allora insolitamente esercitata da una donna. Fra i drivers sono in molti a ricordarla con nostalgia.
Adesso la passione per i bus ha coinvolto anche mio figlio Giacomo, che ha 24 anni e sta prendendo le patenti. Oggi, per un giovane interessato ad intraprendere la professione di conducente, gli investimenti economici e l’impegno necessari per la formazione sono diventati davvero importanti.
Come saranno gli autobus nei prossimi 20 anni?
Vedo tanta innovazione e tecnologia, con l’autista che diventa un sovraintendente ai sistemi, con sempre meno spazio alla personalità.
Cosa vorrebbe non adasse perduto nei prossimi 20 anni?
L’interazione fra passeggeri e autista, elemento a mio parere fondamentale che non si compra, non si vende e che spesso non viene sufficientemente valutato. Succede a volte che i passeggeri considerino l’autista una sorta di accessorio inspensabile, in dotazione all’autobus e che salgano perfino senza salutare. Per questo io, quando sono al volante, accolgo sempre i passeggeri in piedi e li tratto come ospiti; mi presento, li coinvolgo, instauro una relazione che rappresenta un valore aggiunto nel servizio di trasporto. E’ un comportamento che adotto anche in occasione delle gite scolastiche, e che viene molto apprezzato specialmente dai ragazzi delle superiori.
Un viaggio che desidera fare nei prossimi 20 anni?
E’ un sogno che conto di esaudire in un futuro prossimo, una meta in autobus… molto a Nord.
Alla guida ci alterneremo io, mia moglie e mio figlio e per lui sarà una viaggio davvero di iniziazione… ma non posso dire di più – Sorride Alessio – è un progetto top secret e TopClass.
Come immagina la sua azienda nei prossimi 20 anni?
Io posso ancora guidare per otto anni e, francamente, mi dispiacerà smettere. Speriamo il testimone passi a mio figlio Giacomo. Continueremo ad amare gli autobus, ad attribuire ad ognuno un nome proprio. L’ultimo si chiama Nik, diminutivo di Paperinik. tutti i nostri autobus hanno nomi, e spesso anche grafiche, ispirati a anatre e papere perché associamo il viaggio alla migrazione dei volatili. Perciò in flotta c’è Paperotto, Paperino, Paperina, Guendy… e speriamo molte altre “papere su gomma” nei prossimi 20 anni.
Cosa le piacerebbe imparare nei prossimi 20 anni?
A gestire il viaggio in tutti i suoi aspetti, a proporre mete originali, personalizzare ogni itinerario e seguire da vicino tutta l’esperienza. Abbiamo già un’agenzia di viaggio e ci appassiona molto anche la crezione e l’organizzazione delle proposte.
Grazie a Alessio Finotti per averci fatto visita a IBE 2016 e aver avuto con noi una conversazione così piacevole!
Ecco Alessio in una foto d’epoca, immancabilmente accanto a un autobus Setra.